2008 - “SOS LADRI DI MARE".


I ladri di mare sono persone senza scrupoli che perseguono unicamente interessi immediati e materiali, persone incapaci di maturare una visione a lungo termine che svelerebbe loro la necessità di smettere tutte quelle attività ormai illegali perché comportano la distruzione irreparabile della vita nel mare. Ladri di mare sono coloro che continuano a pescare, commercializzare e mangiare illegalmente il dattero di mare. Ma sono anche tutti quelli che continuano a usare tecniche di pesca illegali. I ladri di mare sono i cacciatori di squali e di balene e anche coloro che ne mangiano le carni. Ladri di mare sono quelli che abbandonano ogni genere di rifiuti in mare, come le batterie esauste con il loro carico di veleni e ogni genere di rifiuti provenienti dal traffico marittimo turistico e commerciale. E sono “aspiranti” ladri di mare anche tutti coloro che con superficialità portano via organismi viventi dal loro ambiente naturale senza rendersi conto del danno che creano.Questi ed altri sono i ladri di mare: una specie di cui Marevivo si augura l’estinzione.Per combattere questi “furti”, la nostra associazione è impegnata da sempre in azioni e campagne nazionali ed internazionali che intendono coinvolgere e mobilitare il mondo politico, imprenditoriale e l’opinione pubblica.
BALENE IN PERICOLO: GIGANTI DA DIFENDERE
Per salvare questi pacifici animali minacciati da una caccia che continua a decimarli, Marevivo ha promosso la sottoscrizione di un documento da inoltrare a tutte le sedi competenti (Commissione Baleniera Internazionale, ONU, UNEP, CE e Governo italiano) in cui si richiede un impegno concreto per:
istituire nuove aree protette per rendere effettiva la protezione dei cetacei nel Mediterraneo;
sostenere azioni di promozione di “whale-watching” in tutti quei mari che sono oggi meta di caccia;
una moratoria per ogni tipo di caccia, compresa quella effettuata per motivi “scientifici” che consente ad alcuni paesi di continuare a perpetrare un’inutile strage;
l’introduzione di nuove norme che permettano la tracciabilità dei costituenti dei composti o prodotti finali destinati sia al consumo alimentare che alla cosmesi al fine di evidenziare l’utilizzo di componenti derivati dalle balene.
Il nostro impegno resta costante e la raccolta di firme continua sul nostro sito.

DATTERO DI MARE: FRUTTO PROIBITO
La pesca del dattero di mare non solo minaccia la sopravvivenza della specie ma crea danni irreparabili all’habitat sottomarino. Forse non tutti sanno che per un piatto di spaghetti conditi con il prelibato ‘frutto’ viene distrutto più di un metro quadrato di fondale. Il dattero si annida, infatti, all’interno di piccoli cunicoli che scava nelle rocce calcaree, per prelevarlo è necessario, dunque, distruggere tali rocce. Nel caso di Vietri, sulla costiera amalfitana, questa pratica ha portato a rendere pericolanti i due suggestivi faraglioni chiamati ‘i due fratelli’. A vietarne la pesca una legge del 1988, voluta fermamente da Marevivo, che, nonostante un Decreto Ministeriale del 1998 e la stesura del Regolamento UE del Mediterraneo (8/02/07), è purtroppo ancora largamente ignorata. Prosegue fortemente, dunque, da parte dell’Associazione la richiesta alle autorità preposte di contrastare con durezza questo vero e proprio scempio delle coste italiane.

RETI KILLER
Marevivo ha dedicato ai temi della pesca sostenibile e della tutela dei cetacei l’XI campagna internazionale ‘Mediterranean Freedolphin’. La vulnerabilità dei cetacei rispetto ai numerosi pericoli che derivano dall’inquinamento chimico ed acustico, dal conseguente degrado dell’habitat e dal sovrasfruttamento delle risorse ittiche, necessita dell’adozione di misure specifiche che ne garantiscano la conservazione.Particolarmente rilevante la minaccia delle spadare: reti illegali dalla lunghezza di venti chilometri e dall’altezza di trenta metri destinate alla pesca del pesce spada (da qui il nome ‘spadare’).Queste reti, di cui si registra ancora un ampio uso, nonostante siano state messe al bando dalla Comunità Europea già nel 2002 e dal 2005 in tutto il Mediterraneo, intrappolano, provocandone la morte, delfini, altre specie di cetacei, tartarughe e squali.Solo negli ultimi tre anni la Guardia Costiera ne ha sequestrati 2.400 chilometri.

SQUALI: TEMUTI PREDATORI O VITTIME INERMI?
Attivare al più presto una seria e concreta strategia per la conservazione degli squali: è quanto continua a chiedere a livello nazionale e comunitario Shark Alliance in collaborazione con Marevivo. L’aumento delle catture di questi predatori, nell’ultimo decennio, è stato del 22% arrivando a superare i 75 milioni di esemplari uccisi. Nel Mediterraneo non esistono, infatti, leggi che ne tutelino la sopravvivenza e ne regolino la pesca. Una tecnica particolarmente crudele di cui sono vittime è il cosiddetto ‘finning’ o spinnamento; consiste nel taglio delle pinne da esemplari che poi vengono gettati in mare ancora vivi. Utilizzata per la famosa zuppa asiatica, la pinna è, infatti, la parte più ‘pregiata’ del pescecane. Lo scorso anno il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare si era impegnato a definire e approvare un piano nazionale per la tutela degli squali, ma, ad oggi, tutto tace, intanto circa 1/3 tra squali e mante che popolano il Mediterraneo, sono a rischio estinzione.