Relitto sulle Macchine del M\N Nasim II


Immersione Tecnica, Profondità -45 / -60, immersione per Esperti e/o Tecnici.

il Nasim
Tipo: Cargo • Stazza: 870 tonnellate • Dimensioni: 228 x 38.6 piedi. • Motorizzazione: Due diesel Sulzer 6TD36, BHP 1800 • Cantiere di costruzione: Brooke Ltd marine, Lowestoft, Inghilterra • Anno di costruzione : 1959 • Due le navi gemelle costruite dal cantiere , Llyn e Halcyone- Tipologia d’immersione: avanzata \ tecnica- Profondità min. : 47- Profondità max.: 60- Tipologia fondale : sabbioso- Interesse : biologico \ naturalistico – fotografico- Visibilità : buona \ ottima- Correnti : scarse in prevalenza N\S- Posizione : a circa 500 mt da cala maestra La storiaNegli anni successivi al varo il Llyn è stato destinato al carico di materiale generico soprattutto di natura ortofrutticola sulle rotte britanniche Southampton/Weymouth direzione isole della Manica. Nel 1965 subisce la prima revisione e viene cambiato il nome in Sealink.Nel 1972 viene venduto a una ditta di trasporti marittimi greca che lo ribattezza con il nome di Valmas. Di nuovo nel 1973 la nave cambierà nome in Skiron.Nel 1975 viene venduto alla Jupiter ss Co inc, Panama, che lo ribattezza con il nome di NasimII .L' 11 febbraio del 1976 la nave cargo Nasim II molla gli ormeggi nel porto di Livorno diretto ad Alessandria d'Egitto. Il manifesto di carico era costituito 49 automobili (12 Fiat, 35 Peugeot e 2 Mercedes), 16 rimorchi e 3 carrelli elevatori destinati al mercato nordafricano.
Dal racconto dei testimoni si capisce che sebbene il mare fosse calmo alle 04.30 del mattino del 12 febbraio la nave urtò le rocce di Punta Scaletta dell’Isola di Giannutri e colò a picco nelle acque tra Punta Pennello e Cala Maestra, a poca distanza da riva.Già dai primi giorni successivi al naufragio, il relitto subì la razzia dei subacquei che tornavano con il loro bottino strappato alla nave, formato da sportelli, auto, sedili e tutto quanto era asportabile e rivendibile.Un vecchio carpentiere, testimone del naufragio, descrive come dopo la collisione il comandante avrebbe tentato di dirigere la prua all'interno della piccola baia di cala maestra nel tentativo di incagliare l'unità evitando l'affondamento. Ecco la spiegazione per cui il Nasim II oggi poggia sul fondale sabbioso con la prua rivolta verso nord, anziché verso sud, come la direzione della sua rotta lascerebbe presupporre.Oggi giace su un fondale sabbioso di circa 60 metri, adagiato sulla fiancata di sinistra, con il ponte rivolto verso il mare aperto e la prua verso Cala Maestra.Le autovetture trasportate sul ponte si trovano invece sparpagliate sul fondo, tra i 33 e i 60 metri.
L’immersione
Quella sul relitto del Nasim II è un'immersione sicuramente molto affascinante anche se è da considere impegnativa\tecnica, sicuramente riservata a subacquei di provata esperienza.Differente il discorso per la discesa sulle macchine, che oltre a consentirci di raggiungere una profondità minore, è molto meno difficile anche da un punto di vista tecnico e organizzativo, anche se molto bella e interessante.Immersione sul relitto del Nasim IIArriviamo sulle eliche che meritano sicuramente qualche fotografie, per scendere poi sul fianco della nave. Qui andando verso prua, seguiamo la sagoma del relitto fino ad arrivare nella zona dove la plancia di comando poggia sulla sabbia: una fila di oblò ancora integri, una bella sirena da nebbia, e tante, tante aragoste. Pinneggiamo lungo il ponte esplorando le strutture di coperta e affacciandoci all'interno della plancia di comando dove gronghi e cernie fanno capolino di tanto in tanto. Sono poche le aperture attraverso le quali è possibile entrare all'interno del Nasim II, e anche in quei casi è assolutamente sconsigliato farlo: si tratta di locali ciechi, ingombri di fili elettrici penzolanti e di mille oggetti in cui impigliarsi.Superata la plancia di comando e spingendoci verso prua, incontriamo altre automobili appoggiate sulla sabbia intorno ai 60 metri, dove vale la pena fermarsi un attimo per osservare lo squarcio sulla chiglia che si è creato al momento dell'urto. A questo punto il rientro è facile, ripercorriamo la fiancata alta della nave ponendo attenzione alla moltitudine di nudibranchi e altri organismi curiosi come le claveline, uova di calamaro, flabelline ecc.. e volgendo sempre lo sguardo nel blu dove possiamo incontrare dentici, ricciole e se saremo fortunati pesci luna. Immersione sulle macchine del NasimOrmeggiati vicino ad uno sperone di roccia a lato di cala Maestra , scendiamo in acqua su di un fondale misto di sabbia e roccia. Andando in direzione del mare aperto sorvoliamo un pianoro di sabbia e posidonia; dopo poche pinneggiate ci troviamo su di una cigliata che inizia intorno ai 25 metri per finire poi sul fondo a circa 45\50. Seguendone il bordo superiore si incontrerà la prima automobile sulla scarpata a circa 32 di metri di profondità. Sotto di noi la sabbia bianca fa risaltare le altre autovetture perse durante il naufragio In quest'aerea si trova quello che scherzosamente viene definito il PARCHEGGIO del Nasim II.Esplorate le prime macchine dove possiamo incontrare grandi scorfani, dentici, murene, andiamo a visitare un piccolo anfratto interamente ricoperto da parazoanthus e popolato da una miriade di gamberetti, musdee e a volte astici. Siamo a circa 40\41 metri e questa grottina ci sorprende sempre con bellissime antenne che spuntano…aragoste…Il fondale non esattamente pianeggiante, è inclinato verso il largo e per questa ragione è possibile che, passando da un’automobile all'altra, ci si trovi a raggiungere una quota troppo profonda rispetto al nostro programma di immersione.
Dal parcheggio i sub più esperti possono proseguire fino a scorgere nell'acqua limpida la bella e scenografica prua del Nasim…